"Svolta positiva per i marchi De Tomaso"

Si è tenuta la prima udienza presso la Corte d'Appello del Tribunale Civile di Torino tra Mario Martucci e la curatela del fallimento De Tomaso.

In primo grado il Tribunale di Torino aveva dichiarato la validità del marchio De Tomaso depositato da Martucci nel settembre del 2008 per la classe 9 relativa agli occhiali, la nullità del marchio successivamente depositato dalla De Tomaso Automobili per la stessa classe 9 e la decadenza del marchio storico delle automobili De Tomaso perché non più utilizzato da oltre 7 anni.

Il presidente della sezione, già in apertura dell'udienza, si è dichiarato favorevole ad un rapido raggiungimento dei un accordo fra le parti in causa, auspicando una soluzione di coesistenza dei due marchi, uno per gli occhiali e l'altro per la produzione automobilistica. Da parte propria, Martucci, presidente di Industrie Ottiche Italiane, ha dichiarato la propria totale disponibilità a rinunciare a ogni pretesa nei confronti del marchio per la produzione automobilistica. « Si tratta di elementare buon senso - ha osservato - la nostra azienda non ha mai avuto intenzione di appropriarsi del marchio automobilistico De Tomaso che abbiamo registrato per la classe riguardante la nostra attività di impresa già nel 2008, prima che iniziasse il travagliato percorso economico e giudiziario per l'azienda e per i lavoratori rimasti senza occupazione», « Farò tutto quanto in mio potere - ha quindi aggiunto - per agevolare la ripresa della produzione automobilistica e risolvere le complesse vicende relative a tutte le parti in causa ».

MARTUCCI (IOI) « Non abbiamo mai avuto mire sul comparto automobilistico, a noi interessa il business degli occhiali»

Nelle prossime settimane si svolgeranno gli incontri per raggiungere l'accordo sulla coesistenza dei marchi. Alla luce di quanto accaduto, precisa Martucci, appaiono infondati e privi di costrutto molti affrettati giudizi circolati nei giorni scorsi sulla complessa vicenda. Agli esponenti delle forze sindacali Martucci replica che « non si speculi sulla pelle dei lavoratori » e a certa stampa che ha voluto presentare una visione di parte della vicenda, sottolinea che « si tratta di cose serie e non di beffe ». Martucci ha infine evidenziato che non ha mai in alcun modo « speculato su una vicenda che ha coinvolto molti lavoratori » nè può essere « sotto alcun titolo considerato un predatore di azienda », dato che i suoi interessi in merito sono stati solo « relativi al mondo degli occhiali ».

[FGar]

2 ottobre 2013